lunedì 13 settembre 2010

Risposta al "Mercato Libero"

Il sistema commerciale di oggi non consente a nessuno di fare guadagni in nessun settore merceologico.


Esiste un sistema attraverso cui tutti noi cittadini/consumatori facciamo fronte comune contro il “mercato libero” ?

Esiste un metodo affinché non siano più le aziende a controllarci e decidere di farci morire di fame licenziando in nome del “mercato libero” ma siamo noi ad imporre le vendite e ad imporre chi deve stare sul mercato e chi no ?

Potrebbe essere un’utopia, o forse no.


Come tutte le grandi questioni dipende solo da noi, e se non si combatte contro il “mercato libero” a breve saremo tutti morti.

Personalmente voglio provocarvi e spero di ricevere il vostro contributo per provare a far nascere un movimento di consumatori non politico ma che si muova contro il “mercato libero” per motivi di pura sopravvivenza e per guardare ad un futuro davvero migliore.

NOI SIAMO IL MERCATO. EBBENE, GOVERNIAMOLO E NON FACCIAMOCI GOVERNARE !!!

Ricordatevi tutti che ciò che acquistiamo dipende solo da noi, e quindi solo noi facciamo le fortune delle aziende.

Quindi, dobbiamo passare da un atteggiamento passivo ad un atteggiamento attivo.

Da domani noi consumatori compreremo solo dopo un’attenta valutazione delle aziende a seconda del loro comportamento nei confronti del lavoro garantito.

Il prezzo dei prodotti non è e non deve essere un problema.

Il vero problema sarà la vera garanzia che dobbiamo ricevere dalle aziende.

Il nostro patto con le aziende sarà :

IO COMPRO DA TE E TU MI GARANTISCI IL LAVORO

Ci proviamo ?


Considerazioni
Gli unici che fanno business sono solo i "Grandi", e tutto grazie alla globalizzazione o mercato libero. Ciò significa che i Grandi decidono per tutti e condizionano pesantemente le nostre vite.
Tuttavia, l'ultima crisi finanziaria globale ci ha insegnato che non sempre i Grandi sono sinonimo di garanzia e sicurezza.
Anzi, in molti casi affidarsi ai "Piccoli" garantisce molto di più perché solo una piccola azienda può stare più vicina al cliente finale, può intervenire più velocemente in base alle esigenze e può capire realmente i reali fabbisogni del cliente finale.
Il problema è che l’effetto della tanto decantata globalizzazione è che i Grandi stanno distruggendo tutti i Piccoli e con essi tutti coloro che in qualche modo trovavano sbocco nel mondo del lavoro.
E' un fatto oggettivo e non discutibile che trovare un impiego è sempre più un utopia, un'impresa disperata. E' come fare un terno secco al lotto, e fra non molto sarà ancora più difficile, come fare 6 al superenalotto.

Sorgono spontanee le seguenti domande :
A. Possiamo continuare su questa strada ?
B. E' giusto subire in questo modo ciò che i governanti di tutto il mondo hanno deciso che sia ?
C. E' possibile che i pochi Grandi debbano decidere per tutti, e stabilire a loro piacimento chi deve vivere e chi deve morire di fame ?
D. Esiste una strada alternativa che possa mettere in crisi il sistema ?

Personalmente mi sono dato le risposte, e su questo tema voglio dirvi chiaramente cosa penso e chiedo a chiunque ne abbia voglia di dare il proprio contributo.

Riguardo le domande di cui sopra, rispondo in modo globale con un ragionamento complessivo.

Certamente non possiamo continuare su questa strada perché stiamo vedendo tutti cosa porta la globalizzazione che, non scordiamolo, è il modello di sviluppo che vogliono tutti i governanti del mondo, di destra o di sinistra che siano.
I Grandi si sono uniti e continuano a farlo per diventare sempre più Grandi. In questo modo comandano il mercato a loro piacimento. Essendo grandi ed essendo favoriti dalle regole del mercato libero opportunamente cambiate ed addomesticate per loro, come per esempio l’abolizione dei dazi, possono presentarsi in qualunque Paese e dettare legge. Il Piccolo non può combattere una partita già persa.
Perché non può controbattere ? Semplice. Cito alcune motivazioni di facile comprensione per tutti.
Il Grande ha una capacità economica enormemente superiore al Piccolo ed inoltre può ottenere tutti i finanziamenti bancari e statali che vuole, a differenza del Piccolo.
Il Grande può abbassare i prezzi come vuole anche a livelli su cui il Piccolo non può mai arrivare. Lo può fare perché tratta grandi quantità e quindi ottiene sconti maggiori nell’acquisto delle materie prime. Ma può anche decidere di farlo, e ciò avviene spesso, per distruggere il Piccolo locale. Egli infatti può vendere sottocosto per un certo periodo senza intaccare la propria forza finanziaria, ciò che il Piccolo non può fare perché altrimenti fallisce. Addirittura oggi il Grande vende sottocosto o in pareggio con il solo obiettivo di recuperare denaro contante da investire in operazioni finanziarie allettanti e più remunerative.

A noi poveri cittadini fanno credere che tutto questo fa bene perché così i prezzi dei beni si abbassano e quindi guadagniamo tutti.
Non solo, ma ci fanno pure credere che la qualità è maggiore perché il Grande garantisce di più grazie alla sua perfetta organizzazione e al proprio nome che non può rischiare di vedere infangato.
In realtà nessuno riflette, e nessuno ne parla, su un particolare molto importante, direi determinante della nostra vita.
Vale a dire, nessuno parla del costo sociale di tutto questo.

Quando noi cittadini siamo contenti nel pagare un prodotto qualsiasi a basso prezzo non riflettiamo sul fatto che nella realtà il prezzo di quel prodotto lo stiamo pagando molto di più, forse anche più di quello che ci costava prima.
Dobbiamo considerare il costo sociale di quel prodotto.

Per costo sociale intendo dire : quante persone hanno perso il lavoro per abbassare il prezzo di quel prodotto ? E quanto costa in termini di cassa integrazione che, lo ricordo a tutti, viene pagata da noi cittadini ? E quanto costa in termini di salute e di incertezza della propria vita e di rapporti che si guastano all’interno della propria famiglia e di figli che restano insicuri e senza prospettiva ? etc. …

Chi ha mai calcolato questi costi ?

E allora vi domando : ma che senso ha pagare un prodotto poco ed accettare che in molti perdano il loro posto di lavoro ?
Avete mai riflettuto sul fatto che per pagare poco un prodotto siamo noi stessi che abbiamo perso il posto di lavoro ?

Non è meglio tornare a spendere di più ma avere più certezza di lavoro ?

Tutto questo però non viene evidenziato da nessuno perché i Grandi hanno interesse a nasconderlo perché così possono continuare a distruggere i Piccoli senza che nessuno protesti perché di fatto sono tutti contenti nel pagare poco i prodotti.
Così assistiamo ad innumerevoli fatti scandalosi e ovvi ma che nessuno può fermare.

Le aziende licenziano in Italia e vanno a produrre in altri Paesi dove il costo del lavoro è inferiore e/o dove hanno condizioni diverse e più vantaggiose.
Attenzione. Io sono assolutamente d’accordo con le aziende.
Mi immedesimo nella loro posizione e dico. L’azienda investe il proprio denaro ed è giusto che cerchi il maggior profitto possibile, ovviamente nel rispetto delle regole e della parti in gioco. Ma l’imprenditore investe solo se guadagna e, naturalmente, cerca il maggior guadagno possibile.
Quindi, se il sistema gli consente di spostare l’azienda dove gli garba, nessuno può accusarlo di scorrettezza. Ognuno con i propri soldi fa quello che ritiene opportuno.
D’altronde per l’azienda ci sono solo vantaggi. Infatti, i prodotti messi in commercio sono gli stessi ma costano meno e trovano così l’approvazione totale ed incondizionata dei consumatori che sono contenti di risparmiare.
A nessuno dei consumatori, cioè noi cittadini, viene in mente di rifiutarsi di comprare ancora quei prodotti visto che per guadagnare di più ha dovuto licenziare nostri concittadini.
Certo, l’azienda risponderebbe dicendo che non è colpa sua perché se non facesse così noi consumatori compreremmo prodotti uguali ma di altre aziende che invece possono vendere i prodotti a prezzi inferiori.

Insomma, è un sistema perverso perché se l’azienda non licenzia e non abbassa i prezzi finali di vendita non sopravvive. E’ un sistema perverso perché noi consumatori cerchiamo solo i prodotti più economici sul mercato e quindi involontariamente fomentiamo i licenziamenti. E’ un sistema perverso perché siamo contenti di poter acquistare prodotti economici senza pensare che nello stesso tempo anche tutti noi guadagniamo sempre meno, sempreché non siamo già stati licenziati. E’ un sistema perverso perché non capiamo che sarebbe meglio pagare i prodotti di più se questo contribuisse ad evitare licenziamenti o addirittura ad incrementare la forza lavoro, e quindi anche a garantire il nostro stipendio che magari potrebbe anche aumentare.

ECCO IL PUNTO FONDAMENTALE !!!

I governanti di tutto il mondo hanno concepito un sistema (chiamato “globalizzazione” o “mercato libero”) che favorisce i Grandi a totale discapito dei Medi e dei Piccoli (il vantaggio dei governanti è evidente … trattare con i Grandi e favorire i loro affari gli consente di ricavare tangenti ricche e sicure).
Affinché il sistema risulti vincente occorre però che i cittadini lo applichino e per farlo occorre fargli percepire i vantaggi. Come ? Facendoli risparmiare nell’acquisto dei prodotti.
Per ottenere questo però ci sono delle controindicazioni. L’importante è tenerle nascoste.
Le controindicazioni sono essenzialmente due : far sparire tutti i Medi e Piccoli, e diffusa perdita di posti di lavoro in misura enormemente superiore ai posti di lavoro che saranno comunque disponibili.

Ma allora, vogliamo fermarci un attimo e riflettere sulla questione ?
Vogliamo smetterla di farci prendere in giro e fare qualcosa ?

Questo sistema funziona solo se noi tutti facciamo esattamente quello che loro si attendono. Perché il famoso “mercato libero” siamo noi. Il cosiddetto “mercato” è rappresentato dai cittadini. Quando un’azienda entra sul “mercato”, significa che si rivolge ai cittadini presentando i propri prodotti. In quel momento noi cittadini siamo quelli che vengono definiti “consumatori”.

Ma stiamo dimenticando un particolare fondamentale e cioè che ...
IL MERCATO SIAMO NOI !!!
SIAMO NOI CHE DECIDIAMO DELLE FORTUNE DELLE AZIENDE !!!

Ma allora cosa sta succedendo ?

Qualcuno ha deciso per noi e come noi dobbiamo comportarci.
Ma la cosa più incredibile è che noi stiamo assecondando questo sistema che di fatto ci porta molti e più gravi problemi di quanto non siano i vantaggi ricevuti, e tutto a totale ed esclusivo vantaggio di pochi eletti nel mondo.
Noi stessi siamo i primi responsabili dei guai che stiamo passando !!! Questa è la verità !!!

Possibile che non ce ne stiamo rendendo conto ?

Io penso che è venuto il momento di cambiare. Il vero e grande problema è come farlo.
Se andiamo ad analizzare il problema, infatti, ci rendiamo conto che questo sistema è ormai avviato in modo molto profondo, in tutti i settori ed a livello mondiale.
Oltretutto, purtroppo, è un sistema sostenuto da tutti i centri di potere mondiali perché, ricordatevelo sempre, il mondo è gestito dai potentati economici ed i governanti, nessuno escluso, sono obbligati a seguire le grandi potenze economiche.

Cosa fare allora ?

Qualcuno, soprattutto fra i “no-global” per esempio, potrebbe parlare di rivoluzione.
Personalmente dico NO, ASSOLUTAMENTE NO.
Ritengo che non servirebbe a nulla. Viviamo un’epoca in cui non siamo abituati alle rivoluzioni o a qualsiasi forma di guerra/guerriglia. Queste forme fanno tutte parte del passato.

Oggi viviamo un altro tempo e le soluzioni devono essere pacifiche ed intelligenti, sfruttando le armi del nostro tempo.
E secondo me ne abbiamo una molto potente che potrebbe anche risultare incontrollabile.
L’arma di cui parlo l’avete già capita.
E’ INTERNET.

Utilizzare internet per condizionare il mercato a nostro piacimento ? Perché no ?
Decidere quali aziende portare avanti e quali no ? Perché no ?

Internet può essere lo strumento che lega in pochissimi attimi tutta una popolazione.
Basta decidere cosa fare e attraverso internet tutti potrebbero andare improvvisamente nella stessa direzione.
Ovviamente, si dovrebbe fare un programma preciso di cosa fare e dove voler arrivare.

Io immagino solo cosa significherebbe una operazione del genere.
Immaginiamo di essere noi ad imporre i prodotti a seconda del comportamento generale del produttore.
Se un’azienda del proprio territorio dà lavoro a 10 persone e non riesce più a farlo perché arriva la Grande Multinazionale pronta a vendere a prezzo più basso, vi immaginate cosa accadrebbe se invece il consumatore continua a dare sostegno all’azienda del territorio che così continua a dare lavoro ai locali?

Vi immaginate cosa accadrebbe se decidessimo tutti insieme di acquistare i prodotti agricoli italiani, rigorosamente italiani, fregandocene totalmente dei prodotti spagnoli, israeliani, etc.
Al supermercato compriamo solo italiano, ma solo di quelle aziende che danno lavoro a italiani e non di quelle che producono altrove dopo aver licenziato i nostri connazionali.
Non guardiamo il prezzo … non stiamo lì a guardare se costa meno … al consumatore deve interessare se quell’azienda sta dando lavoro ai nostri connazionali oppure no.
Siamo pronti ad aiutare le aziende ma soltanto a patto che le aziende aiutino noi facendoci guadagnare con il lavoro e magari facendo pure aumentare gli stipendi.

Tutte le informazioni prese da un portale, e noi e solo noi decidiamo chi e come deve stare sul mercato.
Non ci interessa se Grande o Medio o Piccolo.
Ci interessa solo che il lavoro venga dato, e con esso una prospettiva di vita a tutti noi.

Internet per creare un sistema di sostegno e aiuto reciproco per tutti noi.
I governanti si facciano pure le norme per proprio conto, ma il mercato siamo noi e noi dobbiamo imporre le regole, e le aziende di qualunque dimensione vi si devono adeguare.

Se avete voglia attendo le vostre considerazioni e chissà se si potrà avviare un progetto operativo.
Sarebbe fantastico anche se molto, ma molto difficile.

Ma siamo alla disperazione, ed allora perché non tentarci ?